martedì 6 novembre 2012

La Scozia del rugby si preparara ad affrontare gli All Blacks....




Stamattina è il primo, grande giorno, nella settimana di avvicinamento alla sfida di domenica prossima.
Andy Robinson, head coach della nazionale scozzese, ha svelato il XV che affronterà, al "Murrayfield" di Edimburgo, alle 2.30pm, la squadra, attualmente, più forte del mondo. Ovvero, i campioni del mondo in carica, la Nuova Zelanda.
Devo confessare di essere un pò nervoso, al mio risveglio, perché per me sarà la prima conferenza stampa, in scozzese, cui avrò il piacere di assistere, da quando mi sono trasferito quassù.
Mi sento come un debuttante, e mi immagino già come dovrà sentirsi Henry Pyrgos, giovanissimo mediano di mischia dei Glasgow Warriors, che stamattina ha scoperto di essere incluso - seppure in panchina - nei 23 che scenderanno in campo davanti ad uno stadio che si prospetta "sold out". Primo cap della sua carriera, in casa contro gli All Blacks... non bastasse questo, Robinson in conferenza stampa ha detto di credere molto nel ragazzo, che potrebbe rivelarsi il vero futuro della Scozia in quel ruolo, dal momento che la Nazionale del cardo ha 3 validissime alternative, ma sono tutte oltre i 30 anni di età.
Insomma, fortunatamente sulle mie spalle non c'è tutta questa pressione, ma per me è sempre così: ogni volta che si deve affrontare qualcosa di nuovo, da solo, c'è sempre inclusa un pò di sofferenza.
Sono l'unico straniero presente alla conferenza stampa, ad eccezione dell'head coach che è inglese. Ma che, nonostante i risultati tutt'altro che brillanti rimediati nel corso dell'ultima World Cup in Nuova Zelanda, ha saputo conquistarsi la fiducia di tutto l'ambiente, vincendo la diffidenza che, da queste parti, viene naturale per uno che ha vestito la maglia della nazionale inglese, che ha fatto la parte del pavone sul campo del Murrayfield (in proposito, c'è un articolo meraviglioso scritto da Alessandro Baricco, che compare nel libro "L'arte del rugby", che merita una lettura...). E di Tim Visser, "Timbo"o "Timmy boy" per amici e tifosi, potente ala olandese che è diventato, nello scorso giugno, eligibile per la Scozia dopo aver giocato e vissuto per più di cinque anni nel Paese. E che domenica debutterà con la maglia scozzese davanti al suo pubblico (ha già, per la cronaca, debuttato e marcato due mete nella "trionfale" tournee estiva dei Blues, che sono usciti imbattuti da 3 test match nel "down under", con la perla della vittoria 9-6 contro l'Australia).
Insomma, Robinson motiva le scelte fatte, reparto per reparto, ruolo per ruolo, giocatore per giocatore; qualcuno, malignamente, gli chiede come è possibile che sei settimi dei trequarti è composta da giocatori di Edinburgh Rugby, che sta facendo malissimo sia in PRO12 sia in Heineken Cup. Robinson non si perde d'animo, e spiega che le convocazioni sono state fatte "guardando il valore dei singoli giocatori". E ricomincia, paziente, a descrivere le caratteristiche dei singoli.
Quando descrive la gara che si aspetta, usa ed abusa, forse, del termine "physical": sarà un match "fisico", abbiamo una terza linea potente, una seconda linea molto "fisica" per contrastare gli All Blacks  nei line-out, Visser è un'ala "fisica" che può essere devastante, con la sua propensione offensiva...


Non riesco a non pensare alla Nazionale USA di pallavolo femminile; quando ho avuto occasione di intervistare Nicole Davis, il libero, e Christa Harmotto, centrale del Team USA che ha partecipato alle Olimpiadi di Londra, facevano sempre riferimento al fatto di essere una squadra molto "fisica". La pericolosità delle avversarie veniva valutata in termini "fisici" e Christa mi ha confessato che, per lei, la giocatrice più forte in attività è Kim, una coreana di quasi due metri, che l'ha impressionata per aver battuto il loro muro... guarda caso, anche qui parliamo di fisicità.
Comunque.
La gara si dovrà giocare "come una squadra", "difendere in quindici e attaccare in quindici, non lasciare mai nessuno isolato, sostegno, si dovrà essere implacabili nei placcaggi, e nei conseguenti punti d'incontro". Visser, nelle interviste post-conferenza, dirà che lui va sempre in campo per vincere.
Mentre Pyrgos, il giovane debuttante, stava seduto su una sedia, che sembrava ricoperta di chiodi, in attesa della sua prima intervista con la divisa della nazionale...

Nessun commento:

Posta un commento