Sabato, per esempio, il fascino della "Scottish Cup" di calcio ci ha portato a prendere il bus numero 5 fino al "Meadowbank Stadium", quasi dall'altra parte della città rispetto alla nostra attuale casa di Mornigside.
La partita, onestamente, è stata tutt'altro che memorabile, ma è l'ambiente che ha un certo fascino.
Immaginate, una squadra di semiprofessionisti, l'Edinburgh City FC, terza squadra della Capitale con un passato di professionismo che perde la sua memoria nel tempo, che affronta una compagine di professionisti, ma di Second Division, il Queen of the South FC, con la maglia biancoazzurra, il futuro in First Division, visto come sta dominando il suo campionato, e un passato recente glorioso, con la finale di Scottish Cup raggiunta nel 2008, battendo l'Aberdeen in semifinale ad Hampden, per poi cedere sempre nello stadio nazionale contro i Rangers. Tutto questo ha permesso ai Doonhamers di giocare i preliminari di Coppa UEFA e di portare quasi mille tifosi da Dumfries, sud della Scozia, una città che sente già quasi l'odore d'Inghilterra, in trasferta in Danimarca.
Insomma, il "contorno" val più del piatto, verrebbe da dire, e non si sbaglierebbe nemmeno di molto.
Perchè comunque portare 1048 spettatori sui gradoni gelati di questo stadio che non ha praticamente nulla di britannico, se non l'accento marcato di chi lo popola, con una pista di atletica inutile e dannosa, che ha nel suo passato anche ospitato una partita di Sei Nazioni di rugby femminile, è come scrivere una pagina di storia. Per vedere, poi, due squadre che in altre latitudini albergherebbero serie anche inferiori. Ma il fascino della Storia è intatto, è qualcosa che non può essere fermato dallo scorrere del tempo...
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