lunedì 10 dicembre 2012

Hearts-Aberdeen




Dopo una settimana dedicata alla preparazione al Natale ormai prossimo, il fine settimana è ancora tempo di football.
Gli Hearts ospitano al Tynecastle l’Aberdeen e hanno l’occasione per riscattare gli ultimi deludenti risultati. La tradizione contro i Dons è positiva, e gli ospiti si presentano all’incontro odierno con numerose assenze, tra cui spicca quella del giovane esterno d’attacco Ryan Fraser, frutto del vivaio e in procinto di lasciare il Pittodrie Stadium per accasarsi, molto probabilmente, in qualche Club inglese. 
Anche i Jambos devono far fronte ad assenze importanti, ma finalmente coach McGlynn decide di schierare la squadra con il 4-4-2, con due attaccanti giovani ma di ruolo, senza invenzioni che non hanno portato da nessuna parte, finora. Quindi gioca il criticato Sutton, con Stevenson spostato nel suo ruolo naturale di esterno destro.
Prima che tutto cominci, però, due parole sulle nuove iniziative che alcuni supporters hanno intrapreso per tentare di salvare il Club; all’esterno del Tynie la “Foundation of Hearts” distribuisce volantini davanti a tutti i varchi d’accesso, per pubblicizzare la loro volontà di acquisizione degli Hearts da parte dei tifosi, con una sorta di azionariato popolare. Continua anche la raccolta fondi, tramite donazioni dei tifosi.



La gara di sabato è una di quelle indicate nei giorni scorsi come uno dei “must be sell out”; il sodalizio di Gorgie Rd aveva chiesto uno sforzo ulteriore a tutti i tifosi per fare il tutto esaurito nelle gare fino a Natale, per raccogliere più soldi possibile che sarebbero andati in aiuto del pagamento delle tasse dovute all’HMRC. Il Tynecastle non è sold-out ma 14410 spettatori sono comunque un buon numero.
L’atmosfera all’interno dello stadio è tranquilla, nonostante gli ospiti abbiano una delle tifoserie più “calde” del panorama scozzese. Qualche sfottò per la delicata situazione finanziaria, uno striscione sempre sul tema (“Paying tax since 1903”, anno di fondazione dell’Aberdeen FC) ma purtroppo nulla più. Stanno praticamente in silenzio per tutto l’incontro, uno di loro si fa cacciare per aver lanciato maldestramente in campo una tazza del caffè - di carta... Forse questo modello scozzese sta iniziando a presentare tutti i suoi limiti: la partita si vede benissimo, senza reti/recinzioni ad ostruire la visuale, si sta seduti ognuno al proprio posto, non si fuma, il cibo è buono e fin qui nulla da dire. Però...
Però i biglietti sono cari, a volte carissimi, non si canta, non si urla, teoricamente puoi gridare qualche insulto ma devi stare molto attento a quello che dici, perchè potresti essere buttato fuori, arrestato e processato, ci sono stewards ad ogni angolo,  a mala pena si esulta ai gol... insomma, il risultato è una frustrante ingessatura generale, quasi si fosse in un teatro. Magari non proprio alla Scala, ma pur sempre da qualche altra parte rispetto al mio concetto di stadio. Forse, il modello inglese è stato superato da quello tedesco...

Hearty Pie


Comunque la si pensi, gli Hearts vincono 2-0 con un gol per tempo (Stevenson su rigore nel primo, Patterson a chiudere una bella azione nel secondo) esprimendo anche un buon gioco e legittimando il risultato con moltissime occasioni sprecate. Adesso la trasferta di sabato contro il St.Johnstone; un’altra vittoria permetterebbe ai Jambos di raggiungere il sesto posto, posizione minima per potersi giocare l’Europa al termine della stagione regolare.
A fine gara tutta la squadra resta qualche momento sul terreno di gioco per salutare i tifosi, che si fermano sulle scale per applaudire i giocatori.
All’uscita devo fare qualche passo in più del solito perchè i bus sono strapieni e saltano le fermate, e vedo che nel fiume di gente che risale Gorgie Rd verso Haymarket ci sono numerose sciarpe biancorosse dei tifosi ospiti. 
Molti di loro, ho saputo dopo la gara, hanno messo le loro sterline nelle ceste che raccoglievano fondi per gli Hearts. 
Decisamente, un bel gesto.

Il fascino del bianco e nero, Wheatfield Stand

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