martedì 12 febbraio 2013

St.Mirren-Celtic, semifinale Scottish Communities League Cup




Il fine settimana della League Cup si chiude ad Hampden, al National Stadium, dove è in programma la seconda semifinale, tra il St. Mirren e il Celtic.
Il St. Mirren, sorteggiato come squadra “in casa”, viene da Paisley, un sobborgo di Glasgow dove si trova, anche, l’aeroporto della città, Prestwick. La gara di oggi, quindi, può essere considerata un derby, per estensione, diciamo così, nonostante, ovviamente, siamo lontani anni luce dal fascino dell’Old Firm.



Hampden, per me, vuol dire Megabus numero 900 per Glasgow dalla Bus Station di St.Andrew’s Square. Partita alle 2.30pm, quindi “levataccia”, colazione straveloce e bus per il centro. Salgo sul pullman delle 10am, perchè la domenica hanno cadenza ogni mezz’ora e non vorrei rischiare di arrivare tardi al match. Il viaggio è abbastanza lungo, perchè anche se il pullman, in realtà, ci impiega la solita ora e venti minuti a coprire le 50 miglia che separano Auld Reekie da Glasgow, si sta stretti, coi posti esauriti. Appena sceso, di corsa a sgranchirmi le gambe dentro le Buchanan Galleries, dove mi prendo anche una IrnBru per il viaggio fino al National Stadium. Alle 12.05 circa sono sul bus della First numero 75, dal centro verso Hampden. Arrivo con buon anticipo, meno di un paio d’ore prima del kick off, ma voglio godermi con calma il prepartita in questo stadio. 
Dopo il pranzo e una tazza di caffè, la casa del calcio scozzese si spalanca ai miei occhi, ancora praticamente vuoto. Non fa freddissimo, per fortuna qui il cielo è coperto ma, showers a parte, resisterà per tutto il giorno; è una fortuna, perchè ho lasciato Edimburgo sotto la neve e, nonostante l’efficienza britannica, sempre meglio strade pulite per il ritorno a casa.



La gara è interessante ma, sulla carta, già scritta. Negli ultimi otto incontri disputati tra le due squadre, il Celtic non solo ha sempre vinto, ma non ha mai concesso nemmeno un gol ai Pandas. Poi, il fattore ambientale: alla mia sinistra, in una curva praticamente vuota, i tifosi dei Buddies; nel resto dello stadio, praticamente pieno, i Bhoys. Rapporto: almeno 1/10. Eppure, succede l’imponderabile, si conferma l’imprevedibilità del calcio.



Il Celtic, in corsa per il treble interno e per tutte le competizioni, prossimo avversario della Juventus in Champions League, prende tre gol da chi non gli segnava da anni, sbaglia un rigore, butta al vento occasioni clamorose e perde 3-2, mandando la squadra di Danny Lennon in paradiso per un giorno.
Il pubblico di fede Hoops lascia lo stadio in silenzio, mentre “il decimo” di stadio alla mia sinistra esulta, incredulo, celebrando qualcosa che, a buon diritto, può essere definito un sogno diventato realtà.
In sala stampa Neil Lennon criticherà pesantemente l’atteggiamento dei suoi, mentre l’ “altro” Lennon, Danny, dirà che nella settimana precedente il match ha caricato i suoi ragazzi mostrando loro un video, fatto da un tifoso del St.Mirren, dove aveva montato tutte le vittorie celebri nei confronti con il Celtic. Il trucco ha funzionato, a marzo qui ci tornano i Pandas.
Ritorno tutto ok, nonostante anche il Megabus in direzione opposta sia pieno. Qui l’iPod ha fatto il suo dovere, il buio della strada ha aiutato e il viaggio è corso via senza intoppi.
Cara League Cuo, se tutto va bene ci vediamo in finale!



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